Gay & Bisex
"Sotto le Torri" – Parte 2

20.04.2025 |
230 |
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"Ogni colpo era più profondo, più sporco, accompagnato da parole sussurrate in francese, in italiano, in quel linguaggio che era fatto solo di carne e respiro..."
Giò spinse Claude sul letto, gli strappò la camicia rimasta a metà, lasciandola cadere per terra insieme ai pantaloni. Il corpo dell’amico era caldo, vivo, scolpito quanto bastava per incantare e sporco quanto bastava per farlo impazzire.Si abbassò su di lui, passandogli la lingua dal petto all’ombelico, lentamente, fino a sfiorargli il cazzo duro e pulsante, che premeva contro il tessuto degli slip. Claude gemeva già, i fianchi che si sollevavano appena, in cerca di più. Ma Giò si prese il suo tempo.
Gli tirò giù gli slip con i denti, senza smettere di fissarlo negli occhi, e gli prese il cazzo in mano: grosso, turgido, le vene gonfie, già madido di desiderio.
«Guarda come sei ridotto…» sussurrò, con un sorriso sporco.
Poi affondò la bocca su di lui, ingoiandolo tutto con una fame quasi animalesca.
Claude si aggrappò alle lenzuola, emettendo un suono rauco, profondo, quasi un ringhio. Giò si muoveva con ritmo, affondava e risaliva, facendo vibrare la lingua sotto il glande, poi risucchiandolo con forza. Ogni tanto si fermava, lo leccava tutto, fino alla base, giocando con le palle mentre lo guardava con quegli occhi da puttano innamorato.
«Sei una dannata droga,» disse Claude, tirandolo su per baciarlo con foga, assaporando il proprio sapore sulle labbra di Giò.
Poi lo spinse sul letto e lo girò, senza chiedere, solo con la naturalezza di chi conosce ogni angolo dell’altro. Gli aprì le cosce, passò la lingua tra le natiche, affondando con lentezza e precisione. Giò gemette forte, spingendo il bacino contro il suo viso.
Claude lo leccava con furia, lo preparava con dita bagnate di saliva e voglia, finché Giò non si voltò, con gli occhi lucidi e il respiro corto.
«Scopami. Adesso.»
Claude non se lo fece ripetere. Mise il preservativo con una mano, l'altra ancora incastrata tra le cosce di Giò, e lo penetrò con un gemito profondo, affondando tutto in una spinta sola, lenta e inesorabile.
Il corpo di Giò si arcuò, la bocca aperta in un sussurro roco, mentre lo sentiva riempirlo completamente. Le mani di Claude lo tenevano stretto, fermo, mentre cominciava a muoversi con forza, con ritmo, i corpi che sbattevano l’uno contro l’altro, sudati, incandescenti.
Ogni colpo era più profondo, più sporco, accompagnato da parole sussurrate in francese, in italiano, in quel linguaggio che era fatto solo di carne e respiro.
«Ti piace, eh? Sentirmi così dentro?»
«Sì, sì, più forte… fammi male, Claude…»
Si alternarono, poi. Si rovesciarono sul letto, si presero a vicenda con foga, con fame, con dolce brutalità. Le gambe di Claude attorno alla vita di Giò, mentre lo prendeva con la stessa forza, gli occhi fissi nei suoi, pieni di fuoco e abbandono.
Quando vennero, lo fecero quasi insieme, urlando il nome dell’altro, tremando, graffiandosi, mordendosi, scoppiando come due corpi che non potevano più contenere nulla.
E rimasero così, sudati, ansimanti, appiccicati l’uno all’altro, le dita intrecciate e i cuori ancora a mille.
Dopo un lungo silenzio, Claude sussurrò:
«Cazzo, Giò… sei tutto quello che non so gestire.»
Giò rise piano, baciandogli la spalla.
«E tu sei tutto quello che voglio rifare. Subito.»
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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